Zerocalcare - Strappare Lungo i Bordi



Chi sia Zerocalcare può non essere ovvio a tutti. Magari lo si è sentito nominare in qualche contesto, ma non è uno di quei personaggi che calcano le scene a tal punto da rimanere impressi anche a chi non è avvezzo al settore. E il settore di cui si parla è il fumetto.

Di padre romano e madre francese, Michele Rech – suo vero nome – nasce in Toscana ma cresce prima in Francia e, successivamente, a Roma. Sin dalle scuole superiori si dedica alla sua passione, la fumettistica, fino a diventarne, ad oggi, uno dei più importanti esponenti nel panorama italiano. Attivo sin dal 2001, nel corso degli anni i suoi lavori ottengono grande successo e vengono più volte ristampati. Sempre intrise da una forte ideologia giovanile e politica, sviluppatasi con collaborazioni con centri sociali, Radio Onda Rossa e quotidiani come Liberazione, le sue opere ricevono sempre più consensi, fino ad essere definito “L’Ultimo Intellettuale” sulla copertina de L’Espresso. Reduce dal flop dell’adattamento cinematografico de La profezia dell’Armadillo, tratto dal primo albo da lui pubblicato, sbarca su Netflix con una serie composta di sei episodi inediti.

La storia di Strappare Lungo i Bordi, semi-autobiografica, vede Zero e gli amici di sempre, Sarah e Secco – oltre all’immancabile armadillo, qui sotto forma di coscienza del protagonista –, in procinto di compiere un viaggio. Ogni puntata è caratterizzata da una prima parte fatta di flashback, seguita da una seconda che ci riporta ai giorni nostri, dove i tre, da Rebibbia, si accingono a partire per il Comune di Biella. Il punto di vista è sempre quello di Zero, doppiatore (quasi) unico che parte da lontano per spiegarci una trama che acquisisce senso e si arricchisce di dettagli ad ogni episodio. Un racconto fatto di metafore surreali e citazioni nerd della cultura pop, impregnato di introspezioni giovanili e, più in generale, di un retrogusto anni ’90 sia nelle situazioni che in alcune musiche. Non è opera complessa, Strappare Lungo i Bordi, si dibatte tra disagio generazionale e impegno sociale, il tutto condito con l’humor tipico dell’autore, che vuol far riflettere sulla condizione di ognuno di noi: quella linea tratteggiata che ci contrassegna e che non sempre ritagliamo con la dovuta attenzione.

L’intera serie ha una buona realizzazione, sia nei disegni – di Zerocalcare, ovviamente –, che nelle animazioni. È già questo rappresenta un piccolo traguardo, perché non è scontato trovare un prodotto italiano rifinito con questa cura. Un prodotto nel complesso più che sufficiente, che potrebbe non rientrare nei gusti e nelle abitudini di tutti: vuoi per il ritmo veloce, vuoi perché quasi interamente in romanesco o per alcune volgarità. Difetti a cui ci si abitua, anche perché peculiarità dell’autore che rientrano nel suo modo di fare fumetto.

Con Strappare Lungo i Bordi Zerocalcare riesce a incidere anche fuori dalle tavole cartacee, e a replicare il successo dei suoi albi. La serie è arrivata al primo posto delle tendenze su Netflix Italia, ed è diventato il prodotto italiano più visto sul servizio di streaming. Risultati che non possono che far compiere un passo in avanti alla produzione italica tutta, e che dimostrano che esiste, anche nel nostro paese, la possibilità di andare oltre la solite fiction nostrane e il modus operandi tipico. Con la speranza che siano sempre le idee, se valide, a vincere, anche di chi, in futuro, avrà una forma mentis diversa da quella di Michele.

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