ABBA - Voyage
Può essere complicato esprimere un giudizio su Voyage,
complicato perché non è l’ennesimo tassello nella carriera di un musicista, la
nuova fatica che ci mostra la sua evoluzione professionale. Gli ABBA, come
gruppo, non ci sono più; non ci sono da quando decisero di separarsi, nel lavoro
come nella vita privata, facendo seguire ai due matrimoni altrettanti divorzi. E
allora come leggere questa loro, ultima, iniziativa?
Il disco parte da un punto imprecisato della loro storia discografica:
è un sunto, una summa di tutto ciò che ci hanno regalato dal ’72 all’82, dagli
inizi puramente pop e scanzonati, sino alla parte finale più introspettiva e votata
all’elettronica. Il pezzo introduttivo è anche il primo estratto, che non a
caso si intitola I Still Have Faith in You. Si tratta di una power
ballad con un ché di epico, prima scintilla che ha spinto Agnetha Fältskog,
Benny Andersson, Björn Ulvaeus e Anni-Frid Lyngstad a tornare in studio, e che riporta
noi ai tempi di Thank You for the Music. Segue When You Dance With Me,
un’allegra danza dalle melodie nordiche, una delle composizioni che più dà
energia all’album, ma che ancora non esprime tutto il suo potenziale.
La successiva Little Things – prossimo singolo in
concomitanza delle festività – immerge l’ascoltatore in un clima natalizio, in
una mattina invernale in cui si aprono doni e ai più piccoli si può raccontare
una favola. È però con il secondo estratto, Don’t Shut Me Down, che si
entra nel vivo. Contagioso come le più riuscite canzoni disco del loro repertorio,
i quattro ci dimostrano che sanno ancora come pochi altri cosa sia il senso del
ritmo.
La quinta traccia, invece, ha avuto una gestazione
particolare. Incisa originariamente nel ’78, Just a Notion non trovò
spazio su Super Trouper, e non venne mai più proposta per intero. Oggi le
viene finalmente data nuova linfa, con un’aggiornata linea europop a far da
base al canto originale, la bella voce di Agnetha, la stessa che, ancor prima di
conoscerla, la fece scegliere nella vita e poi in campo lavorativo a Björn.
In I Can’t Be That Woman è difficile non leggere riferimenti
a vicende personali del passato. Le interpretazioni possono essere molteplici,
ma quello che di sicuro ci vuole dire la canzone è che nella vita si cresce e
si cambia. Anche dopo tanti anni.
Stupisce come Keep an Eye on Den non sia (ancora) uscito
come singolo: il riff non sarà potente come quello di Gimme! Gimme! Gimme!
(A Man After Midnight), ma la verve danzereccia c’è ancora tutta.
Dall’innocenza della delicata Bumblebee, in cui
strumenti a fiato e campanelli la fanno da padrone, si passa poi a No Doubt
About It, pezzo ecclettico la cui forza maggiore risiede nei sali e scendi musicali
e nell’energia del coro. A chiudere il tutto ci pensa la sinfonica Ode to
Freedom, quella che sarà per davvero l’ultima canzone degli ABBA. E non
poteva esserci commiato migliore per chi, ancora oggi, riesce a balzare in testa
alle classifiche di vendita.
In conclusione, quindi, che risposta dare alla domanda che
ci si poneva? Come va inteso questo revival?
Dire che Voyage è un album fuori tempo massimo
sarebbe tanto scontato quanto ingiusto, un po’ come pretendere che una band sciolta
quarant’anni fa abbia qualcosa di nuovo da dire e possa aprire strade alle future
generazioni. Voyage non ha la presunzione di aggiungere niente a quello
che di già grande, grandissimo hanno fatto gli ABBA: non è un’operazione
nostalgia, tantomeno una commerciale, ma solo un’ultima occasione per stare
insieme; un lascito per i fan, un omaggio in cui nessun episodio è poco
riuscito.
Mi sono sempre chiesto quanti capolavori avrebbe potuto ancora
regalarci il gruppo scandinavo se la loro carriera insieme non si fosse
interrotta, cosa ci sarebbe potuto essere after l’incisione finale The
Day Before You Came. Questo disco non è la risposta – non poteva esserlo –,
se non altro, però, aiuta a renderne un po’ più dolce il pensiero.
1.
I Still Have Faith in
You – 5:09
2.
When You Danced with
Me – 2:50
3.
Little Things – 3:08
4.
Don't Shut Me Down – 3:56
5.
Just a Notion – 3:31
6.
I Can Be That Woman – 4:01
7.
Keep an Eye on Dan – 4:05
8.
Bumblebee – 3:57
9.
No Doubt About It – 2:56
10. Ode to Freedom – 3:32
Ciao ho appena ascoltato l'album. Premetto di non essere un gran fan degli ABBA ma questo album mi ha dato sensazioni strane più o meno come gli altri. La sensazione è quella dove ci si poteva trovare dei pezzi potenzialmente di altissimo livello ma poi il colpo gli è rimasto in canna risultando così sospeso. Insomma a mio avviso un album che poteva dare soddisfazioni ma che alla fine risulta un disco senza infamia e senza lode.
RispondiEliminaPuò essere in parte vero. Come vero è che hanno tutte le attenuanti del caso, comunque. Il mio consiglio è di ascoltarlo a più riprese: le canzoni salgono d'intensità una volta che si è entrati nell'ottica.
EliminaAd ogni modo grazie per il commento e a presto.