The Witcher - Stagione 2

 


Sono molti gli adattamenti fantasy che ci hanno accompagnato nell’ultimo ventennio. Dopo l’uscita de Il Signore degli Anelli, ha preso il via una moda, trascinata da quello che ne è, a tutti gli effetti, il capostipite. Sebbene sia un genere che da sempre ha appassionato milioni di persone, solo le moderne tecnologie hanno permesso di rendere giustizia alle opere originali. Dopo lo sdoganamento da parte de Il Trono di Spade nel portare anche sul piccolo schermo una certa qualità, il palinsesto era rimasto orfano di un prodotto simile. The Witcher è tra i più seri candidati per porvi rimedio.

Nato dalla penna dello scrittore polacco Andrzej Sapkowski alla fine degli anni ’80, la serie trae ispirazione dalla Saga di Geralt di Rivia, già spunto per un film, fumetti e, soprattutto, una triade di videogiochi. E sono stati proprio quest’ultimi a far conoscere al grande pubblico il personaggio di Geralt, uno degli ultimi witcher (in italiano: strighi), ovvero umani modificati geneticamente per cacciare mostri. Creata e sceneggiata da Lauren Schmidt Hissrich – Daredevil e West Wing - Tutti gli Uomini del Presidente –, così come la prima questa seconda stagione adatta in modo sparso i racconti e i romanzi della saga scritta da Sapkowski.

Dopo un breve sunto, la serie si apre dove si era interrotta la prima. Cirilla (Freya Allan) ha finalmente incontrato Geralt (Henry Cavill), mentre Yennefer (Anya Chalotra), dopo aver sconfitto l’esercito di Nilfgaard ed essere data per morta, si risveglia senza poteri. Per tutti e tre i protagonisti inizierà un nuovo viaggio, lo strigo e la sua bambina-sorpresa verso Kaer Morhen, e la maga alla ricerca di un modo per riavere il controllo del proprio caos.

Sin da subito è di difficile fruizione, The Witcher - Stagione 2, richiede memoria e attenzione, vuoi per i molteplici interpreti, vuoi per la loro presentazione non adeguata. Introdotti spesso dando per scontato conoscenze anche al di fuori della serie televisiva, è difficile ricordarne esattamente ruoli e interazioni, così come è facile fare confusione tra i regni di provenienza. Ma il vero difetto di questa seconda parte non è tanto lo sforzo mnemonico richiesto e intrinseco del prodotto, quanto la sua direzione.

A fronte di un cast discreto nei personaggi principali e, salvo rare eccezioni, poco più che sufficiente per quelli secondari, si riscontrano alcuni problemi di sceneggiatura, a partire dalla trasposizione dei libri. Gli interpreti e le loro vicende talvolta vengono stravolti, negli intenti quanto nella loro importanza, mantenendo solo una vaga traccia di quanto erano in origine. Ad eccezione di Geralt, Ciri, Ranuncolo (Joey Batey) e, in parte, Yennefer, degli altri rimane solo il nome, l’aspetto e poco più. Se a questo aggiungiamo la realizzazione delle scene che alterna momenti ben fatti ad altri deludenti, al limite di soap opera o vecchie serie ormai cult come Xena e Hercules, si ha un quadro più completo.

The Witcher - Stagione 2, nonostante il budget più sostanzioso rispetto alla prima, si presenta sulla sua falsariga, con i medesimi difetti e una CGI nella norma. Non si tratta di un prodotto insufficiente, ma che avrebbe dovuto proporre di più e meglio. Il buon materiale di partenza invece di venir migliorato non viene neppure valorizzato, lasciando l’amaro in bocca per i saltuari bei passaggi, subito susseguiti da scivoloni non degni di chi ambisce a vette più alte. Malgrado tutto ciò, se si cerca un fantasy a tinte medievali, in questo momento The Witcher rappresenta comunque il meglio sulla piazza. Se se ne sente il bisogno, può meritare una possibilità, tenendo però a mente che, tra una scena e l’altra, potrebbe far capolino la noia.


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